La frutta esotica è diventata un’abitudine di consumo quasi quotidiana: basti ricordare che la banana è tra i frutti più apprezzati in tutto il mondo, oppure che, anche in tempi di crisi, questo è uno dei pochi comparti che ha addirittura registrato una buona crescita in Italia.
Nonostante questo successo, spesso sappiamo troppo poco sulla provenienza di questi prodotti. Il lungo viaggio della frutta esotica inizia nei paesi dell’area tropicale/equatoriale di Asia, Africa e America Latina, dove viene coltivata da milioni di piccoli agricoltori che sulla produzione, trasformazione e vendita di banane ed ananas, ad esempio, fondano la propria sussistenza. E nonostante il grande giro d’affari che c’è nei paesi occidentali, ai coltivatori all’origine della filiera non viene corrisposto un guadagno proporzionato.
I lavoratori, spesso assunti con contratti di breve termine, sono costretti a duri ritmi di lavoro senza un adeguato ritorno economico. In molti casi le piccole cooperative hanno uno scarso potere contrattuale al momento della vendita. Ma per contrastare questi problemi un’alternativa c’è, ed è quella di acquistare frutta proveniente dalle organizzazioni del circuito del commercio equo certificato, frutta che ha una storia diversa. Per assicurare un guadagno stabile alle organizzazioni dei coltivatori Fairtrade garantisce un prezzo minimo stabile, il Fairtrade Minimum Price, e assicura un margine di guadagno aggiuntivo, il Fairtrade Premium, il cui utilizzo viene deciso democraticamente per la realizzazione di progetti di emancipazione delle comunità (costruzione di scuole o ambulatori, formazione dei lavoratori).
La linea Solidal Coop, propone frutta fresca certificata Fairtrade: le banane provengono dalle organizzazioni Apbosmam (Perù), Bos (Perù), El Prieto (Ecuador), El Guabo (Ecuador) e gli ananas dalle coltivazioni di Prudent (Ghana) e Asoproagroin (Costa Rica). Qui, grazie al circuito Fairtrade sono state costruite infrastrutture ed è stato favorito l’accesso al credito per l’acquisto di fertilizzanti adatti alla coltura biologica. Inoltre sono state siglate delle convenzioni per agevolare prestiti a bassi tassi per i lavoratori; è stato istituito un fondo per la salute, che garantisce agli associati assicurazioni minime per le cure sanitarie e uno per l’educazione, che offre dei buoni per l’acquisto di materiale scolastico e l’iscrizione alla scuola superiore o all’università per i figli dei lavoratori.