Attualità

Finalmente le eccedenze alimentari prenderanno la via giusta

Mensa_poveri.jpgNel giro di pochi anni si potrà raddoppiare (da 500 mila a 1 milione di tonnellate) – calcolano  gli esperti – la quantità di cibo recuperata in Italia dalle organizzazioni non-profit e caritative, e donata ai più bisognosi.

È uno dei risultati più interessanti attesi dalla nuova legge contro lo spreco alimentare, la legge Gadda (dal nome della promotrice e relatrice, l’onorevole Maria Chiara Gadda), approvata in via definitiva lo scorso 2 agosto dal Senato ed entrata in vigore il 14 settembre.

La notizia riguarda da vicino i 6 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà, le associazioni del terzo settore che se ne occupano e tutti noi che abbiamo a cuore il controllo degli sprechi.

Basti pensare che Coop, solo nel 2015, ha stornato con i suoi progetti di destinazione a fini solidali delle rimanenze – denominati “Buon fine”, “Brutti ma buoni”, “Spreco utile” ecc. e attivi su 16 regioni e 78 province italiane – ben 5.143 tonnellate di derrate alimentari ad oltre 800 organizzazioni di volontariato: ciò significa 6 milioni di pasti a persone in difficoltà, che ora – grazie alla nuova normativa – potranno essere elargiti con minor burocrazia e comprendendo prodotti prima classificati come “scaduti”.

La legge 19 agosto 2016 n. 166, infatti, chiarisce, tra le altre cose, la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione. Quest’ultimo, usato nei prodotti secchi (“da consumarsi preferibilmente entro…”), non è più un limite invalicabile, piuttosto indica un progressivo peggioramento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali di un prodotto che è ancora perfettamente commestibile: una scatola di piselli o una confezione di pasta “brutte ma buone” non finiranno nel compost solo per questo.  Un altro articolo di legge allunga la vita dei prodotti della panificazione, che ora possono essere donati entro 24 ore dall’uscita dal forno. Ciò consentirà il salvataggio di grandi quantità di pane fresco invenduto.

Coro di consensi Sul nuovo impianto normativo i pareri sono concordi. È considerato all’avanguardia, eticamente orientato (un’eredità di Expo Milano 2015) e sta già facendo scuola in Europa, dal momento che incentiva – con misure per ora solo simboliche – il recupero finalizzato alla solidarietà sociale, invece di sanzionare lo spreco “tout court” come fa la legge francese in vigore da febbraio.

“Non a caso – fa notare Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop – la bozza avviata alla consultazione dalla Ue, che sta definendo in questo periodo le linee guida sulla donazione di cibo, riprende buona parte del contenuto della legge italiana”.

I cambiamenti, ai quali Coop ha dato un importante contributo durante tutto il corso dell’iter parlamentare, “sono tutti in positivo”, commenta il responsabile delle Politiche sociali, Mauro Bruzzone. In particolare per due aspetti fondamentali: la semplificazione amministrativa (“pur senza nulla concedere al rigore e alla trasparenza anche in ambito fiscale e sanitario”), e l’allargamento della platea degli enti destinatari delle eccedenze alimentari che oggi, per inciso, costano all’Italia 12,5 miliardi all’anno e che è giusto vadano a buon fine, non nella spazzatura.

Occorre sottolineare che i maggiori scempi si consumano proprio in casa (il 42% del totale del cibo gettato) dove si bruciano alimenti per 8 miliardi di euro l’anno. Seguono gli impianti di trasformazione industriale che perdono 2 milioni di tonnellate di prodotto l’anno. Quindi le materie prime rimaste nelle campagne, 1,4 milioni di tonnellate, e infine la distribuzione commerciale, con 300mila tonnellate, l’equivalente di uno scarno 5% massimo di sprechi (ma Coop ne rileva circa il 3%).

Tutto ciò innescherà un’azione di contrasto più efficace alla povertà crescente nel nostro paese, assieme a ricadute virtuose sull’ambiente grazie alla riduzione dei rifiuti, realizzando – con il recupero delle eccedenze alimentari – un esempio importante di quella economia circolare su cui punta decisamente l’Unione europea.

Non solo Onlus Un punto importante è che non sarà più necessario essere una Onlus per ricevere le donazioni. “La nuova legge – spiega ancora Mauro Bruzzone – riconosce la legittima opportunità di ricevere le donazioni a tutti quei soggetti, che noi sappiamo essere la maggioranza, impegnati nel contrasto all’indigenza, anche se non organizzati e riconosciuti giuridicamente come Onlus. Mi riferisco a una miriade di piccole associazioni locali e di strutture decentrate e/o associate a grandi organizzazioni, come la Caritas, la S. Vincenzo de’ Paoli, l’Auser, l’Arci, le Società di mutuo soccorso, gli stessi Enti pubblici territoriali, con cui lavoriamo da decenni”.

Tutte realtà di grande affidabilità che hanno dovuto fare i salti mortali, in molti casi, per ottemperare ai dettami della precedente “legge del buon samaritano”, risalente al 2003, che richiedeva appunto lo status di Onlus per amministrare i beni. La nuova normativa afferma che i donatari devono essere enti pubblici o privati senza scopo di lucro che svolgano attività solidaristica. Inoltre istituisce una gerarchia nella cessione dei prodotti, fermo restando il vincolo della gratuità, i quali dovranno servire prioritariamente al consumo umano, secondariamente a quello animale, in ultima battuta ad autocompostaggio o compostaggio anaerobico.

Farmaci recuperabili Tra le principali novità introdotte c’è anche l’estensione del recupero ai farmaci e ad altri prodotti non meglio precisati. “Noi pensiamo possano essere quelli destinati all’igiene e alla pulizia della casa e della persona – ipotizza Bruzzone – nonché gli indumenti”. Sulle modalità del “salvataggio” dei medicinali ancora utilizzabili, qualcosa in più dirà a breve un decreto del ministero della Salute.

La legge Gadda, ancora, consente la raccolta dei prodotti agricoli “che rimangono in campo” e la loro donazione sempre a titolo gratuito. Una stretta ulteriore nella lotta alle dispersioni che colpiscono in modo diverso tutta la filiera agroalimentare, dal produttore al consumatore.

Non per ultimo la legge prevede campagne Rai per diffondere la sensibilità sul tema. Così come rafforza il ruolo del tavolo di coordinamento già attivo presso il Ministero delle Risorse Agricole. Avvia una regolamentazione nella ristorazione privata e collettiva e incentiva comportamenti come le family bag: il “cartoccio” con gli avanzi, si sarebbe detto in altri tempi, che dopo aver pagato è lecito richiedere e portarsi a casa. 

Condividi su

Lascia un commento

Dicci la tua! Scrivi nello spazio qui sotto cosa pensi dell’articolo, la tua opinione è importante per noi.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

Iscriviti alla
newsletter

di Consumatori

Ricevi ogni mese via mail la rivista digitale e le notizie più interessanti