Danilo Papa, direttore generale del servizio di vigilanza dell’Ispettorato nazionale lavoro: cos’è una “falsa” cooperativa e che danno produce al sistema economico? Una falsa cooperativa è una cooperativa di diritto ma non di fatto, mi spiego. Esistono delle realtà di impresa che assumono la veste di cooperativa solo per trarre dei vantaggi in particolare di carattere fiscale, ma senza tuttavia perseguire il cosiddetto scopo mutualistico, cioè fornire beni o servizi od occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che potrebbero ottenere sul mercato.
Da quanto tempo si è palesato questo fenomeno e perché si è affermato? Il fenomeno è conosciuto da molti anni ma si sta diffondendo soprattutto a partire dall’ultimo quinquennio per via della crisi. Lo strumento della falsa cooperativa è uno strumento come un altro per risparmiare eludendo discipline fiscali e lavoristiche.
Che stima si può fare della sua dimensione quantitativa? Ci sono differenze tra diverse aree del paese e in quali settori è più diffuso? È difficile fare una stima. Esistono realtà cooperative che coinvolgono decine di migliaia di lavoratori e operano sull’intero territorio nazionale e realtà molto più piccole. Il fenomeno delle false cooperative è presente in tutto il Paese ma sicuramente di più nelle aree dove ci sono maggiori occasioni di lavoro. Sicuramente il settore dei servizi e della ristorazione, ma credo che oggi nessun settore può ritenersi escluso.
Nelle cifre essenziali qual è il bilancio della vostra azione di contrasto e controllo? A breve avremo a disposizione i dati della vigilanza del 2018. Per quanto riguarda il 2017 le ispezioni nel settore cooperativo sono state mirate, oltre alla verifica sulla corretta applicazione della normativa lavoristica, al contrasto dei comportamenti elusivi realizzati dalle false cooperative, in sinergia con le altre Amministrazioni competenti, specificamente con il Ministero dello sviluppo economico. Gli accertamenti si sono quindi concentrati sul fenomeno della applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività, utilizzati al fine di ottenere una consistente riduzione del costo del lavoro. Ricordo che la normativa vigente prevede che, in presenza di una pluralità di contratti collettivi, le società cooperative applicano ai soci lavoratori trattamenti economici complessivi “non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale nella categoria”. Con riferimento ai risultati dell’anno 2017, si evidenzia che su un totale di n. 3.317 cooperative ispezionate, n. 1.826 sono risultate irregolari (pari a circa il 55% delle cooperative ispezionate). È emerso, inoltre, un numero di lavoratori irregolari pari a 16.838 unità di cui 1.444 totalmente “in nero” (incidenza 8,58%).
Sono stati recuperati contributi e premi evasi per un imponibile accertato di oltre 53 milioni di euro e sono state emanate 2.856 diffide. Dall’analisi dei dati trasmessi dagli Uffici territoriali è inoltre emerso che, su un totale di 1.251 cooperative iscritte alle Centrali ispezionate, 53 sono risultate non applicare il Contratto nazionale di lavoro firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative; mentre su un totale di 2.057 cooperative ispezionate tra quelle non iscritte alle Centrali, per 360 cooperative è risultata l’applicazione di contratti privi dei citati criteri di rappresentatività.
Avete risorse adeguate per operare? Per quanto concerne le risorse finanziarie riteniamo di poter operare senza particolari problemi; ciò che in realtà è diminuito drasticamente nel corso degli ultimi anni è il numero degli ispettori del lavoro e del personale in genere che opera all’interno dell’Ispettorato. Registro tuttavia che è prevista nella legge di bilancio l’assunzione di nuovo personale che andrà a colmare le gravi carenze di organico, sebbene la immissione di nuove forze dovrà scontare le tempistiche, non certo brevi, delle procedure concorsuali.
La strumentazione legislativa è adeguata per consentire efficaci controlli e azioni di contrasto? La strumentazione può essere migliorata e nei prossimi mesi l’Ispettorato nazionale farà le sue proposte per una maggiore efficacia, non tanto dei provvedimenti di carattere sanzionatorio, quanto della disciplina di tutela del lavoratore sotto il profilo retributivo e degli Istituti previdenziali per quanto concerne i versamenti contributivi.
Per operare in termini di prevenzione su quali leve bisognerebbe agire? Occorre sicuramente implementare l’attività comunicativa per rappresentare quali sono le conseguenze derivanti da condotte illecite, anche nei confronti di soggetti che si rivolgono a pseudo cooperative per fruire di servizi a basso costo. Occorre infatti sempre diffidare di chi promette sconti di particolare entità sul costo del lavoro, non esiste la possibilità di risparmiare sul costo del lavoro senza uscire fuori dai confini della legalità.