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Ecco come è nato Unipolsai. “Sfida vinta puntando sul futuro”

Unipol.jpgDopo mesi di trattative e di attese, legate ai complessi iter autorizzativi, con l’inizio del 2014 è nata la nuova realtà di UnipolSai, secondo gruppo assicurativo italiano. Del valore e del significato di questo risultato ottenuto dal gruppo Unipol, che del movimento cooperativo e in particolare della cooperative di consumatori è espressione, abbiamo parlato col presidente, Pierluigi Stefanini

Presidente, può spiegare ai nostri lettori cosa è successo?
La situazione di dissesto che ha colpito Fondiaria-Sai – con i gravi rischi potenziali relativi al settore assicurativo, con ricadute su milioni di assicurati – e l’innegabile opportunità industriale per il nostro Gruppo ci hanno indotto a promuovere una importante iniziativa imprenditoriale. Un’iniziativa che è stata costruita con l’apporto rilevante dei nostri azionisti, in primo luogo di quelli cooperativi, e con una determinata e forte capacità manageriale sotto l’impulso del nostro Amministratore delegato Carlo Cimbri. Di fronte a questa occasione così importante per noi, era doveroso costruire una proposta in grado di dare nuove prospettive al Gruppo Fonsai e consentire ad Unipol di diventare leader nel mercato assicurativo italiano. In questo modo si è aperta la possibilità di realizzare un grande gruppo italiano, in grado di competere con i principali competitors internazionali e produrre nel tempo vantaggi e risposte qualificate ai nostri clienti e ai nostri diversi interlocutori. Riteniamo, inoltre, che proprio nei momenti di crisi occorra essere attivi e propositivi, evitando atteggiamenti di chiusura difensiva, ma cercando di reagire e cogliere tutte le opportunità.

Unipol è una realtà espressione del movimento cooperativo: perché si è deciso di puntare su una operazione così impegnativa in anni non semplici per l’economia del nostro paese?
La storia di Unipol è una storia di crescita costante, di innovazione, ricerca di nuove opportunità capaci di aumentare il valore complessivo e incrementare l’influenza sul mercato. Tutto ciò con lo scopo di soddisfare i nostri clienti e favorire opportunità per i nostri lavoratori, agenti, azionisti. Il dovere di ogni impresa è quello di cercare spazi per consolidarsi e crescere. Unipol, nata soltanto 50 anni fa, è oggi la prima compagnia assicurativa nel ramo danni del Paese. È una storia di successo che ha saputo fare leva su notevoli capacità professionali, sulla serietà nei propri comportamenti, sul costante supporto dei propri azionisti cooperativi. Va sottolineata la costante vocazione ad imparare, ascoltando i diversi interlocutori, correggendo gli inevitabili errori, migliorando le proprie capacità di operare sul mercato costruendo fiducia e sicurezza per gli assicurati. L’acquisizione del gruppo Fonsai, secondo gruppo assicurativo del Paese, nasce da questi presupposti e valori: crescere per essere più solidi sul piano economico e patrimoniale.

In questi anni si visto che spesso, sui mercati, la dimensione finanziaria era dominante rispetto alla dimensione economica e industriale: nell’operazione che avete portato che rapporto c’è tra questi diversi aspetti? L’interesse di Unipol era prima di tutto industriale?
Per noi, per la nostra visione del Gruppo, l’interesse è quello di rafforzare le nostre capacità e la nostra presenza nel settore assicurativo. L’acquisizione di Fondiaria-Sai è strettamente legata alla possibilità di rafforzare e migliorare le nostre performance industriali e di servizio fornito ai nostri assicurati. La concentrazione delle nostre energie è dedicata a produrre risultati economici positivi e contribuire così ad un settore assicurativo più efficiente, trasparente e vicino ai problemi dell’economia reale del Paese. Ne è prova evidente la nostra uscita da diverse società quotate quali, ad esempio, Generali, Mediobanca, Pirelli, che non rientravano nella logica industriale del piano approvato da Unipol e presentato al mercato.

L’iter autorizzativo è stato lungo e complesso. Si sono pronunciate, ponendo anche condizioni precise, Consob, Antitrust e l’Ivass (la nuova autorità sulle assicurazioni)…  
Su questo punto occorre ribadire due aspetti: il primo è riferito alla piena, sostanziale correttezza e linearità dei nostri comportamenti. Per noi è basilare essere coerenti con la nostra Carta dei Valori e il Codice Etico e al tempo stesso rispettare le regole di trasparenza e serietà consone ad un mercato responsabile. In secondo luogo va rimarcato il fatto che due anni per perfezionare questo progetto sono decisamente un tempo molto lungo. Pur comprendendo la necessità di un rigoroso controllo per il rispetto delle norme da parte delle diverse autorità di vigilanza, emerge una lentezza burocratica che è un serio problema per il nostro Paese.

Qual è lo stato di salute del gruppo Unipol oggi dopo lo sforzo per quest’operazione?
Pur considerando il contesto generale colpito da una grave e strutturale crisi, il Gruppo Unipol mantiene un’adeguata solidità patrimoniale, capacità tecnico-professionali di prim’ordine, e una costante attenzione ai risultati. Siamo dotati di un notevole patrimonio di competenze delle persone che lavorano in Unipol, una rete agenziale di primo piano, una notevole sensibilità sociale. Una robusta rete di relazioni con i nostri diversi interlocutori di riferimento (piccole-medie imprese, mondo del lavoro e cooperativo) sono per noi valori e risorse fondamentali. Vogliamo mantenere una nostra originalità e responsabilità sociale sapendo che serietà e trasparenza sono ingredienti strategici per contribuire a rispondere alla crisi in termini convincenti. L’operazione con Fonsai che ha comportato un aumento di capitale significativo dimostra tuttavia che coloro che hanno creduto nel progetto oggi si ritrovano con valori di mercato molto superiori rispetto a due anni fa. Ciò significa che il mercato ha riconosciuto la bontà dell’acquisizione del Gruppo Fondiaria-Sai e i potenziali che si potranno realizzare quando la nuova UnipolSai sarà a regime.

Quali sono le sfide e le complessità che state affrontando nel far nascere la nuova realtà di UnipolSai?
Il lavoro che si sta realizzando punta a determinare una nuova e più efficace gestione delle diverse attività assicurative, integrando le diverse aree operative, costruendo una più elevata capacità di operare sul mercato, producendo efficienza ed economie di scala e di competenza. Dobbiamo riuscire a cogliere le diverse opportunità derivanti dall’aumento della dimensione senza trascurare qualità, presenza nei diversi territori, ascoltare i bisogni dei nostri clienti, innovare i canali di relazione con i diversi segmenti della nostra platea di assicurati.

Quali sono gli obiettivi in termini economico-finanziari del piano industriale sino al 2015?
Gli obiettivi previsti dal piano industriale fino al 2015 fanno vedere che possiamo essere profittevoli, solidi sul piano patrimoniale, efficienti nella gestione senza trascurare la nostra responsabilità sociale. Unipol diventa, con questa operazione, tra i primi gruppi assicurativi in Europa, con circa 4.500 agenzie, 15.000 dipendenti, requisiti patrimoniali adeguati alle normative di settore, un risultato tecnico positivo e un utile economico in grado di remunerare tutti i nostri azionisti.

Unipol è una straordinaria realtà costruita dal mondo cooperativo 50 anni fa. Eppure ci è capitato di ricevere lettere di qualche socio Coop preoccupato, come se avere rapporti con Mediobanca e con il cuore del mondo economico e finanziario sia un rischio rispetto alla visione cooperativa dell’economia. Cosa dice a questi soci?
Pur comprendendo le legittime preoccupazioni di alcuni soci delle cooperative, vorrei rispondere con un importante esempio. Nella seconda metà degli anni ottanta Unipol, attraverso la lungimiranza dei vertici di allora, decise di quotare le azioni in borsa. Vi fu una forte discussione tra le fila del mondo cooperativo perché vi erano timori di inquinamento della storia e dei valori cooperativi. La scelta fu di fondamentale importanza sia per consentire a Unipol di crescere e affermarsi nel mercato utilizzando nuovi capitali, sia per dimostrare che si poteva stare in finanza senza perdere di vista i valori di riferimento del mondo del lavoro. Oggi, in condizioni ovviamente molto diverse, stiamo dimostrando che si può stare ai vertici del sistema finanziario continuando a mantenere fede ai nostri principi di trasparenza, solidarietà, serietà e attenzione ai ceti più fragili della società. Noi abbiamo l’idea che si possa essere efficienti, produrre utili, usare i diversi mezzi della finanza e del capitale, mantenendo vitali valori e comportamenti di partecipazione, democrazia e responsabilità sociale.

Pensando sempre ai soci Coop e alle famiglie che ci leggono, in termini di offerta e di servizi cosa debbono aspettarsi dalla nuova realtà di UnipolSai?
L’esempio più recente è la decisione di proporre ai nostri assicurati il pagamento della polizza R.C.A. attraverso la rateizzazione mensile. Ci sembra un modo per cogliere le difficoltà prodotte dalla crisi e tentare risposte concrete. La nostra offerta assicurativa, imperniata su contenuti di trasparenza e servizio, si colloca, inoltre, sul terreno del welfare. Proponiamo prodotti nel campo delle tutele sanitarie e previdenziali convenienti, sicuri e certificati. Pertanto, aumentando la nostra massa critica dimensionale, vi sarà modo di essere ancora più convenienti.

Allargando il punto di osservazione, lei che valutazione fa delle prospettive economiche per il nostro paese? Di cosa ha bisogno l’Italia per uscire dalle difficoltà che sta vivendo?
È una questione complessa e impegnativa. Non è facile, in questo momento, individuare soluzioni efficaci. Vi è da fare un lavoro di lungo periodo per proporre fiducia, operare per costruire futuro, alimentare il coraggio delle scelte difficili. Noi con l’operazione Fonsai abbiamo dimostrato che si può fare. Servono capacità condivise, gioco di squadra e serietà di intenti. Oggi prevale un approccio populistico, demagogico. Servono invece analisi rigorose e risposte capaci di far comprendere le difficoltà ma anche le opportunità che la situazione attuale ci offre. Credo che, ad esempio, mai come in questo momento siano necessarie risposte di tipo cooperativo: agire insieme, sentirsi ognuno parte di una grande sfida, impegnarsi per dare prospettive ai nostri giovani aiutandoli a costruire il loro futuro. Occorre alimentare la convinzione che le finalità dell’economia sono quelle di soddisfare bisogni materiali e di migliorare la qualità della vita dei cittadini e che è necessario promuovere democrazia e partecipazione attiva per condizionare positivamente la finanza e l’economia, rafforzando la credibilità delle istituzioni sovranazionali. Insomma, non bisogna arrendersi ma reagire e lavorare insieme per raggiungere traguardi basati su eguaglianza, capacità dei cittadini, creatività umana, valorizzazione dell’ambiente e tutela della natura.

Dario Guidi (marzo 2014)

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