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Come riconoscere un amministratore di condominio competente

Condominio.jpgQuante preoccupazioni con gli amministratori di condominio! Lo racconta la cronaca: c’è quello che scappa con le quote versate dagli inquilini e quello che, invece, gonfia i bilanci condominiali con spese superflue. Ma c’è anche quello che affida i lavori alle aziende di parenti o amici.

In vista delle assemblee di nomina che, in genere, si svolgono nei primi mesi dell’anno, l’Anammi, l’associazione degli amministratori d’Immobili, ha definito una serie di consigli utili per votare l’amministratore di qualità.

1. I requisiti professionali. La legge 220/13 stabilisce l’obbligo di diploma di scuola superiore: questo livello minimo di istruzione è fondamentale, insieme alla frequenza di un corso di formazione di base. Inoltre, il professionista non deve aver subito alcuna condanna penale. Altro obbligo imposto per legge è la formazione continua.

2. La certificazione. La legge 4 del 2013 consente alle associazioni che rappresentano un’attività non regolamentata di rilasciare una “certificazione di conformità”. In pratica, è un attestato che comprova i requisiti professionali dell’amministratore, previa verifica da parte della stessa associazione, che ne è legalmente responsabile. Tale certificato fa parte delle garanzie da fornire agli utenti, come lo sportello per il consumatore e la polizza assicurativa.

3. Le consulenze. Un amministratore condominale deve essere un po’ ingegnere, un po’ avvocato, un po’ fiscalista. E’ necessario, quindi, che si avvalga dell’aiuto di consulenti fidati. Anche in questo caso, l’appoggio di un’associazione e dei suoi specialisti si rivela importante.

4. Le capacità manageriali. Per legge gli amministratori condominali sono chiamati a occuparsi dei problemi più disparati: risparmio energetico, ristrutturazioni, sicurezza degli impianti. «Non siamo ancora al sistema americano – osserva il presidente dell’associazione Bica – dove i poteri dell’amministratore sono molto ampi. Tuttavia, il professionista ha mansioni eterogenee, per le quali è opportuno contare su competenze di tipo manageriale».

5. L’informatica. Gli attuali obblighi contabili a carico del professionista condominiale impongono l’ausilio di un computer. «Diffidate di chi dice che fa tutto a mano – avverte il presidente – non garantisce la correttezza delle procedure amministrative».

6. L’associazione di settore. Formazione di base, aggiornamento, certificazione, consulenze specializzate, informazione in tempo reale, certificazione di conformità: come si vede, queste attività sono tipiche di un’associazione di categoria rappresentativa del settore. «Per questo motivo – sottolinea Bica – ci appelliamo al ministero della Giustizia, chiamato a definire il regolamento sulla formazione degli amministratori, affinché valorizzi il ruolo delle associazioni di settore in questo ambito, tenendo conto anche dell’Elenco delle organizzazioni maggiormente rappresentative, istituito presso lo stesso dicastero».

7. La targa. Subito dopo la nomina, il professionista deve apporre la targa con nome e recapiti all’esterno del condominio, in modo da consentire ai condòmini di rintracciarlo facilmente, evidenziando anche l’iscrizione all’associazione di categoria.

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