Il codice della strada sta per cambiare e le modifiche preannunciate sembrano prendere atto della maggiore presenza di biciclette sulle strade urbane. Vediamo le anticipazioni che sono uscite da un incontro dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) qualche giorno fa.
L’onere della prova di incidente spetterà al soggetto meno vulnerabile: ovvero, in caso di incidente tra automobile e bicicletta sarà l’automobilista a dover dimostrare la propria non colpevolezza. Verranno istituite le “case avanzate”, ovvero aree prossime ai semafori in cui possono sostare solo i ciclisti, avanzate di qualche metro rispetto alla coda delle auto, che al verde consentirebbe alle biciclette di ripartire con maggiore rapidità ed evitare collisioni con le auto (risparmiandosi anche qualche zaffata di gas di scarico).
Si tratterà poi di liberare il lato destro delle strade inserendo parcheggi a spina di pesce – e dunque più “capienti” – sul lato sinistro. L’obiettivo è quello di creare in ogni strada urbana ciclabili di continuità sul lato destro liberato dalle auto.
Verranno istituiti i “sensi unici eccetto bici”, ovvero la possibilità per i ciclisti di transitare in controsenso (come avviene, ad esempio, in Olanda). Susciterà certo qualche protesta la cancellazione di un obbligo: ovvero quello dell’uso della pista ciclabile quando presente. Vista la condizione pessima in cui versano le poche piste italiane (progettate male o spesso occupate da auto, cassonetti, pedoni, moto, eccetera), quest’obbligo è spesso impossibile da rispettare per i ciclisti. E visto che le biciclette – secondo quanto sembra sancire il legislatore – hanno lo stesso diritto a stare sulla strada di tutti gli altri soggetti della viabilità urbana, allora la velocità si dovrà adeguare: prevista l’introduzione di zone a velocità limitatissima, ovvero 30 chilometri orari. Il che significherà anche riduzione degli incidenti per tutti, meno inquinamento e meno rumore.
Importante novità sarà quella di equiparare lo spostamento in bici casa-lavoro a quello compiuto col mezzo pubblico, garantendo copertura assicurativa Inail a coloro che scelgono di recarsi al lavoro con le due ruote. E speriamo che l’introduzione di una norma che impedisce ai condomini di vietare il parcheggio nei cortili interni possa contribuire al contrasto del continuo furto di bici nelle nostre città.
5 novembre 2013 – fonte bikeitalia.it