Una riforma equa e trasparente del catasto, con una revisione sulla base dell’equità: è la richiesta che arriva dall’Unione Nazionale Consumatori, che sottolinea come nel tempo si sia prodotto uno scollamento fra la realtà dei valori catastali e i valori del mercato immobiliare. “Le rendite attualmente attribuite alle unità immobiliari urbane sulla base di un sistema catastale risalente al 1939 producono una diffusa iniquità di fronte alla quale i consumatori e i contribuenti lamentano continue vessazioni“, commenta Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, in merito al vigente sistema catastale del nostro Paese.
“Può sembrare incredibile – spiega l’esperto fiscale dell’associazione Antonino Armao – ma oggi pagano di più immobili nuovi di periferia che immobili di pregio nei centri storici. Non solo: l’Isee viene determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare e, quindi, una valutazione catastale iniqua degli immobili trasferisce i suoi effetti perversi anche sull’accesso alle prestazioni di welfare”.
“Ci attendiamo – conclude Dona – una riforma del catasto che rispetti la maggioranza degli italiani, garantendo più trasparenza e controllo sociale nei meccanismi di tassazione. E’ fondamentale che si riconosca il valore sociale della sola prima casa di abitazione (e del solo immobile adibito alla piccola attività) e si colpisca, invece, chi, nascosto dietro una burocrazia di favore non ha mai pagato le giuste tasse per le grandi rendite catastali che detiene”.
22 luglio 2013 – fonte: helpconsumatori