Zini (Ancpl): "Cooperative all'altezza dei problemi. Ora massima trasparenza nella ricostruzione"
"Il buon costruire ha dato i suoi frutti, ora dopo l'emergenza ci mettiamo a disposizione di singoli cittadini, condomìni e imprenditori impegnati nella fase della ricostruzione che auspichiamo avvenga nella massima trasparenza". Carlo Zini, presidente dell'Associazione nazionale cooperative di produzione e lavoro (Ancpl), spiega che "non a caso i nostri edifici in questa terra a forte radicamento cooperativo hanno retto mediamente meglio alle scosse. La loro buona tenuta è il risultato di una cultura che si è affermata nel dopoguerra quando chi costruiva lo faceva con molto rispetto, dimostrando sensibilità anche al problema statico".
È questa la cosiddetta 'attenzione al dettaglio costruttivo'? "È anche questa, è un insieme di cose che potremmo riassumere nel controllo della qualità di quanto avviene nei cantieri: una cultura che per vari motivi, tra cui la qualità media delle imprese, si è un po' persa nel tempo. Va dato merito alla capacità e alla qualità del lavoro delle maestranze, dei capi-cantiere, dei nostri soci di allora e di quelli che ne hanno ereditato la tradizione che sapevano e sanno come riprendere i getti, come armare i pilastri, insomma come garantire tutti gli elementi che compongono un ciclo di costruzione".
Zini passa poi ai meccanismi che presiedono alla ricostruzione. Come li giudica? "Con fiducia. Dovrebbero premiare imprese serie come quelle di produzione e lavoro che non guardano al massimo ribasso ma alla qualità certificata dei progetti, anche per evitare il rischio, che è sempre presente, di infiltrazioni malavitose".
E dopo aver espresso un "giudizio molto positivo sull'operato della Regione Emilia-Romagna e del tandem Errani-Muzzarelli, "capace di attrarre fondi pubblici e fissare criteri di serietà", sottolinea che "progettisti, costruttori e impiantisti coop anche delle principali grandi imprese si sono messi a disposizione". E cosa offrite al cittadino-cliente? "Nei ripristini tutto ciò che serve a innalzare i livelli di sicurezza, nel nuovo l'adeguamento ai criteri antisismici e anche di più, come hanno fatto liberamente alcune imprese garantendo 150, fatto 100 il livello standard, per affermare in Italia una cultura della prevenzione". Ci sarà finalmente spazio così per nuove assunzioni? "In un momento drammatico come questo riusciremo, piuttosto, ad evitare dei licenziamenti".
Infine una domanda provocatoria sui centri storici: li riconosceremo dopo l'intervento? "Non si preoccupi – conclude Zini – come associazione abbiamo definito un protocollo cui hanno aderito, tra gli altri il Ministero dello sviluppo economico e l'Unesco, che introduce criteri di rispetto nella ricostruzione dei centri storici. Vogliamo evitare, come dice l'Unesco, gli scempi fatti all'Aquila".
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