La criminalità organizzata allunga i suoi tentacoli verso l’agroalimentare. Dalle mozzarelle ai terreni agricoli, dai ristoranti all’ autotrasporto, è un business che all’agromafia fattura in Italia circa 14 miliardi di euro.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione anticamorra nel basso Lazio che ha coinvolto anche Antonella D’Agostino, moglie di Renato Vallanzasca. L’agricoltura e l’alimentare – sottolinea l’organizzazione agricola – sono considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi in quanto del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno può fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile. Per questo le mafie – sottolinea Coldiretti – hanno già imposto il proprio controllo sulla produzione e la distribuzione di generi alimentari del tutto eterogenei tra loro. Controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, del caffè, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e della verdura. Alcune stime – precisa Coldiretti – valutano almeno 5.000 locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata (bar, ristoranti, pizzerie), nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Questi esercizi non garantiscono solo profitti diretti, ma vengono utilizzati anche come copertura per riciclare denaro sporco. Quasi un immobile su quattro confiscati alla criminalità organizzata – conclude Coldiretti – e’ terreno agricolo, a dimostrazione della strategia di accaparramento delle campagne messa in atto dalla criminalità organizzata.
12 dicembre 2013 – fonte: ansa