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A proposito di 8 marzo: l’Ue pubblica i dati sulla violenza di genere

Violenza_donne.jpgAncora una volta si celebra l’8 marzo in un panorama sconfortante sia per l’Europa che per l’Italia. La nuova ricerca europea presentata in questi giorni ci dice che nell’Ue un terzo delle donne adulte ha subito violenze fisiche o sessuali nel corso della sua vita. Tredici milioni nel corso dei dodici mesi precedenti l’intervista servita per l’indagine. Circa il 12% delle donne ha indicato di avere subito una forma di abuso o atto sessuale da parte di un adulto ancora prima dei 15 anni, percentuale che corrisponderebbe a 21 milioni di donne nell’Ue. Un altro dato: la metà di tutte le all’interno dell’Ue (53%) evita certe situazioni o determinati luoghi per paura di essere aggredita fisicamente e sessualmente. Molti meno limitano i loro spostamenti per questo motivo.

La Casa delle donne di Bologna che segnala che l’Italia a differenza di quasi tutti gli altri paesi – non ha ancora predisposto e attuato un Piano d’azione nazionale a contrasto della violenza di genere, nonostante la ratifica della Convenzione di Istanbul.

La Casa delle donne conduce da tempo rilevazioni statistiche e riflessioni sul femicidio (omicidio di donne dovuto a motivi di genere): la ricerca relativa al 2013 ha rilevato ben 134 casi (nel 2012 sono stati 129), e 83 tentati femicidi (74 nel 2012). Sono 13 le donne prostituite/prostitute uccise in Italia (14 nel 2012). In Emilia-Romagna i femicidi quest’anno sono stati 8 (15 nel 2012). Consumatori ha pubblicato i dati relativi al 2012. Tutta la ricerca è on line su: http://femicidiocasadonne.wordpress.com.

La Casa delle donne sta inoltre collaborando a una ricerca sui figli delle donne uccise, vittime “invisibili” del femicidio che distrugge anche la vita di migliaia di neonati, bambini, adolescenti che improvvisamente perdono la madre in uno dei modi più atroci: infatti l’assassino è 8 volte su 10 il loro padre. Molto poco si sa su questi bambini: chi sono, che cosa è successo loro, come stanno a distanza di cinque, dieci, quindici anni dopo l’omicidio, di quale sostegno hanno realmente bisogno e quali linee guida possono essere seguite dai professionisti e dalla politica. Il progetto Daphne Switch-off (www.switch-off.eu ) affronta le esigenze dei figli orfani delle vittime di femicidio, per capire che bisogni hanno, cosa è opportuno fare. Si stima che dal 2000 ad oggi siano circa 1500 gli orfani delle oltre 1000 vittime di femicidio in Italia.

7 marzo 2014

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