Ambiente

Riciclo e riduzione degli imballaggi. Cosa fa Coop

Uno dei modi più efficaci per diminuire l’inquinamento da plastica è raccoglierla e riciclarla all’interno di una economia circolare. «Una bottiglia può tornare a essere materia prima, creando lavoro, nuove professionalità e nuove imprese», afferma Antonello Ciotti, presidente Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica.

La buona notizia è che la quota di raccolta differenziata è in continuo aumento. È passata da un più 6,9% del 2016 rispetto al 2015 a una crescita di circa il 10% nell’anno in corso. Le tonnellate raccolte da 960mila (l’equivalente di 95 volte il peso della tour Eiffel e di 34 volte il volume del colosseo) sono già salite a oltre un milione all’anno. Procapite questo significa 15,8 kg annui di plastica conferita per abitante (dato 2016), con un significativo balzo in avanti della performance soprattutto della Sardegna.

Ma a che cosa attribuire questo significativo aumento, frutto dell’attività di 6.589 comuni (e 55 milioni di cittadini ) convenzionati con il Corepla, dai cui centri di raccolta transita l’84% degli imballaggi in plastica presenti sul mercato? «Soprattutto lo dobbiamo a due fattori – spiega il presidente Antonello Ciotti – ovvero a un Sud che migliora le performance e a un aumento di raccolta anche in zone “consolidate” come il Veneto (da 23 a 25 kg circa pro capite)».

A crescere e a far dunque ben sperare in una “detox” da invasione di nuova plastica, è anche il riciclo: nel 2016 sono state riciclate 550mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica gestite dal Corepla e provenienti principalmente dalla raccolta differenziata. Il recupero ha interessato anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato, ovvero 304mila tonnellate usate per produrre energia pulita in sostituzione di combustibili fossili.

Come contributo al miglioramento del bilancio energetico del Paese, nel 2016 sono stati risparmiati così oltre 9.700 GWh di energia grazie al riciclo degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate.

Andando a scoprire le regioni più virtuose, anche nel 2016 in Veneto si registra il procapite di raccolta in assoluto più alto di tutta Italia. Veneto e Sardegna guidano la classifica, seguono il Nord-ovest e il Centro (nelle Marche quasi 20 kg/ab), infine Sud e Isole, con in testa Sardegna e Campania che hanno, rispettivamente, oltre 20 kg e quasi 18 kg annui per abitante; in coda Molise e Sicilia.

Se dal pet riciclato si possono ricavare magliette, piumini e cruscotti per la macchina, un’altra strada per non inquinare l’ambiente è quella che porta alla bioplastica, biodegradabile al 100%, che è importante distinguere e non mescolare alla plastica in fase di conferimenti. «È fondamentale far passare questo messaggio al cittadino – spiega Giorgio Quagliolo, presidente del Conai, Consorzio nazionale imballaggi – perché i percorsi di raccolta e recupero sono completamente diversi. Si tratta di due filiere distinte; mettere la plastica nel compost o le buste compostabili nella raccolta della plastica crea inefficienze e sprechi». L’Italia nel settore delle bioplastiche è tra i paesi più virtuosi. Da uno studio condotto da Plastic Consult spicca su 47.800 tonnellate immesse al consumo nel 2016, la forte crescita degli shopper (+15%) a fronte di un tracollo di piatti e bicchieri monouso (-42%).

Anche sul fronte della ricerca siamo all’avanguardia: dall’invenzione del materBi, un materiale di origine vegetale oggi diffuso che può andare nell’umido (come la capsula per il caffè a marchio Coop, Tintoretto), ai più recenti polimeri green che si degradano in 70 giorni brevettati da un’azienda italiana impegnata nella chimica sostenibile. Si chiama PHA questo poliestere naturale le cui caratteristiche fisiche e meccaniche sono quelle della plastica ottenuta dal petrolio, ma è naturale e biodegradabile al 100%. Per questo ha ottenuto la certificazione del Dipartimento dell’agricoltura americano USDA pur trattandosi, in fondo, di batteri presenti sulla terra da migliaia di anni.

Coop e la riduzione degli imballaggi Le azioni di Coop per ridurre gli imballaggi di plastica e non solo seguono la policy delle 3R: Riduzione, Riuso e Riciclo. Ovvero usare minori quantità di imballaggi; privilegiare materiali da imballaggio riciclabili o compostabili al posto dei vergini qualora possibile; riutilizzare imballaggi reimpiegabili più volte per lo stesso uso (ricariche). Inoltre, nel packaging del prodotto a marchio viene ricercata ogni potenziale soluzione innovativa. Grazie a queste azioni nel 2016 su 210 prodotti a marchio Coop il risparmio è stato di 4.200 tonnellate di materiale di confezionamento a cui si somma l’uso di 2.000 tonnellate di materiale riciclato. Allargando il discorso al progetto per la riduzione dei gas serra (“Coop e la Sostenibilità: insieme verso Cop21”), gli accordi con i 317 fornitori aderenti hanno consentito di risparmiare 2.272 tonnellate plastica solo nel 2016 nei materiali da imballaggio.

Tag: riciclo, imballaggi, bioplastica, mater-bi, plastica, Sostenibilità

Condividi su

9 Commenti. Nuovo commento

  • Buonasera, scrivo nel 2021 ricollegandomi a questo vecchio post perchè mi sto interessando molto all’argomento ed essendo socia anche al ruolo di Coop al riguardo.
    Apprezzo lo sforzo su riciclaggio e riduzione degli imballaggi, ma considerando la distanza dalla pubblicazione sono dell’idea che occorra tutti impegnarci di più. Come scritto da qualcuno nel 2019 la pasta imbustata nella plastica è una scelta non eco e passati 3 anni è ancora confezionata così.
    Vale lo stesso discorso per i biscotti: Mulino Bianco fa un incarto gettabile nella carta mentre quello dei frollini Coop va nell’indifferenziata e andrebbe aggiornato. Sono due passaggi importanti per rendere il nostro carbon impact meno impattante.
    L’acqua del rubinetto non dappertutto è bevibile sia per il transito in cisterne condominiali, per il sapore di cloro che ne deriva o per la composizione non sempre valida per l’organismo (alto tasso di calcare che è causa di occlusioni e calcoli e perciò andrebbe evitata): non sapevo che in passato Coop avesse acqua in vetro, mi auguro che questa possibilità venga introdotta (in Liguria dove, almeno, l’acqua del rubinetto non è consigliabile).
    Personalmente abolirei del tutto la plastica dal banco frutta e verdura sia bio che non: una vaschetta di polistirolo rifasciata due volte nella plastica per 3 mele personalmente ritengo sia una scelta sbagliata.
    Ho inoltre visto che pellicola, cartaforno ecc ora vengono prodotte in materiale compostabile e spero che la cooperativa di orienti per produrla a sua volta o commercializzarla nella grande distribuzione quelle sostenibili che esistono. Sarebbe una scelta molto importante visto quanta se ne adopera.
    Posso permettermi di consigliare una sezione del sito Coop dove le persone fanno suggerimenti e segnalazioni sulle aree di miglioramento? Non tutti sono disposti allo sforzo, ma ritengo che in molti sarebbero disposti ad evidenziare dove si possa migliorare per il reciproco guadagno futuro e ad acquistare prodotti che non fanno male all’ambiente se disponibili.

    Rispondi
  • Mi sono sempre chiesta: Se la Barilla riesce a utilizzare le scatole di cartone per la pasta, perché la Coop (specialmente bio) non lo fa? Ho visto che avete cominciato con quella senza glutine, quando arriva per il resto? E non c’è bisogno di mettere la finestra di plastica..basta il disegno! 🙂

    Rispondi
  • silvano dallaglio
    24 Febbraio, 2019 11:44 am

    Buongiorno , sono un socio coop apprezzo molto il vostro impegno nel cercare di istruire le persone alla corretta raccolta differenziata, in quasi tutti i numeri del mensile soci coop c’è un articolo al riguardo.
    Riscontro però che da alcuni anni nei vostri iper sono sparite le bottiglie di acqua minerale in bottiglie di vetro con il vetro a rendere, e sono rimaste in vendita solo le bottiglie in plastica.
    Io abito a Reggio Emilia e adesso per trovare l’acqua minerale in bottiglie a rendere devo andare dai distributori specializzati di acqua minerale perchè in nessun iper , (non solo coop ), si trovano più in vendita
    Non è in contraddizione questo con quanto state predicando per la riduzione dei rifiuti ?
    Se posso dare un suggerimento , ripristinate la vendita di acqua minerale in bottiglie in vetro , come fanno in trentino VEDI FAMIGLIA COOPERATIVA, che le vende in cestelli da 6 bottiglie che sono anche più comode da trasportare rispetto alle vecchie casse da 12 bottiglie.
    Aggiungo anche che, a mio avviso, ( non ho dati scientifici per poterlo dimostrare) la stessa acqua l’acqua minerale nella bottiglie di vetro è qualitativamente migliore di quella in bottiglie di plastica, in particolare quando l’acqua è frizzante.
    Una risposta sarebbe gradita, autorizzo l’uso e la pubblicazione della mia mail.
    cordiali saluti.
    silvano dallaglio

    Rispondi
    • Coop promuove da sempre il consumo di acqua del rubinetto, fin dai primi anni 2000, con la campagna “Acqua di casa mia”. Questo abbatterebbe il consumo di plastica, di vetro e toglierebbe dalle strade decine di camion.

      Rispondi
  • Buongiorno, mi collego a quanto detto da Serena . considerando che solo una piccola percentuale della plastica è riciclabile e che il vero futuro è l’eliminazione della plastica monouso non si riesce a riutilizzare le vaschette per frutta e verdura che si trovano nei supermercati? cioè incentivare i clienti a riportarle in negozio ?

    saluti
    Elisabetta

    Rispondi
  • Serena Belligoli
    30 Maggio, 2018 1:40 pm

    Frutta e verdura bio sono sempre imballate in confezioni di carta e plastica (non biodegradabile) in porzioni pre-pesate. Mi sembra un controsenso rispetto alla filosofia del prodotto, un impedimento ad acquistare la quantità di prodotto effettivamente necessaria, ed un costo aggiunto che ricade sul consumatore. A quando una soluzione per l’eliminazione di questi imballaggi sui prodotti bio?
    Grazie
    Serena

    Rispondi
    • Ciao Serena, effettivamente è allo studio la possibilità di pesare la frutta e la verdura bio utilizzando un sacchetto di plastica. In alcuni punti vendita, in particolare ipermercati,è già possibile. Continua a seguirci ti terremo informata!

      Rispondi

Lascia un commento

Dicci la tua! Scrivi nello spazio qui sotto cosa pensi dell’articolo, la tua opinione è importante per noi.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

Iscriviti alla
newsletter

di Consumatori

Ricevi ogni mese via mail la rivista digitale e le notizie più interessanti