Per una buona cura del prato: i segreti del "mulching"
Sta prendendo piede anche da noi il taglio "mulching" (letteralmente, "pacciamatura"), una tecnica di sminuzzamento fine importata dai paesi anglosassoni che sono un po' la mecca del giardinaggio. Questa tecnica, che rappresenta anche un modo per pacciamare, cioè per proteggere il tappeto erboso come un mantello da agenti atmosferici ed erbe infestanti, trattenendo l'umidità al suolo, presenta dei vantaggi e alcuni limiti.
Intanto come funziona. L'erba viene sminuzzata all'interno della scocca della macchina e ridotta a coriandoli. Per effetto dello sbriciolamento subito, rilascia nel terreno quell'80% di acqua da cui è composta e il residuo può essere perciò distribuito al suolo dove si decompone più rapidamente, fertilizzandolo in maniera organica e non chimica.
La conseguenza pratica è che si riducono le attività richieste al giardiniere (non deve svuotare il cestello, caricare lo sfalcio in macchina o su un carrello per poi conferirlo in discarica), con un notevole risparmio di tempo, denaro, fatica e inquinamento legato al trasporto e allo smaltimento differenziato. È chiaro che su grandi manti erbosi questo effetto è più apprezzabile. Non sempre, però. Se il mulching non viene applicato correttamente, può crearsi infatti del feltro che causa un pericoloso ingiallimento del prato.
Ecco alcune regole da per evitare il formarsi del feltro: fare mulching con erba asciutta o quasi e se piove attendere almeno un giorno prima di procedere; scegliere la corretta altezza del taglio, asportando non più di un terzo dei fili d'erba in modo da non indebolitre troppo il manto sul quale non vanno depositati eccessivi strati di materiale vegetale; per asportare l'eventuale feltro che impedisce una salutare ossigenazione del terreno, provvedere a scarificare e ad arieggiare due volte l'anno al posto di una; se l'erba è particolarmente alta, e per prati non curati, preferire tosaerba con scarico a terra. Tenere un'altezza di taglio durante l'estate di circa 4-5 cm.