Metalli preziosi come oro e argento, ma anche stagno e piombo, si possono oggi estrarre anche dalle vecchie schede elettroniche dei computer grazie ad una nuova metodologia brevettata dall‘Enea.
I rifiuti elettronici, come computer dismessi, telefoni cellulari, batterie al litio, pannelli fotovoltaici e giochi elettronici possono essere considerati delle vere e proprie ‘miniere urbane‘ perché permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in un ambiente non necessariamente industriale.
Il processo idrometallurgico si svolge quasi a temperatura ambiente e si può eseguire in piccoli impianti. Comporta limitate emissioni nell’atmosfera ed è estremamente vantaggioso rispetto ai grandi impianti utilizzati finora, che richiedono processi ad alta temperatura e sono più inquinanti.
Presso il Centro Enea della Casaccia, vicino Roma, è in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle campagne dimostrative. L’impianto è stato progettato in maniera modulare per poter essere utilizzato anche per lo sviluppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di materiali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor Lcd. L’Enea mette a disposizione questo impianto sperimentale per le imprese del settore interessate a realizzare installazioni per recupero dei materiali ad elevato valore aggiunto.
Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo di Consumatori che racconta cosa c’è dentro un rifiuto elettronico e che succede se non viene smaltito correttamente.
22 gennaio 2014 – fonte: ansa