Dal primo gennaio al 14 agosto di quest’anno sono andati in fumo oltre oltre 13.630 ettari (6.370 dei quali di boschi) in 1.850 roghi in tutta l’Italia, ma gli incendi sono diminuiti del 58% secondo i dati forniti dal Corpo Forestale. Il 2012, però, è stato un vero ‘Annus horribilis’ per gli incendi nella penisola, il secondo peggiore di tutto il secolo dopo il 2007. A rilevarlo è il bilancio roghi per il 2012 appena stilato dal Joint research centre (Jrc) e dalla direzione ambiente della Commissione europea, che sono anche i realizzatori della mappa online del sistema europeo centralizzato di informazione sugli incendi boschivi (Effis). Secondo questo bilancio, l’Italia nel 2012, con oltre 130 mila ettari andati in fumo, è stata seconda solo alla Spagna per superficie bruciata.
“Secondo i dati raccolti da Effis, l’anno scorso nei 28 Paesi dell’Unione europea, inclusa la Croazia, sono andati in fumo oltre 646mila ettari di terreni, cioè quanto bruciato nell’Unione nel 2010 e 2011 messi insieme” spiega Andrea Camia, funzionario scientifico del Jrc e membro del team di Effis.
”Per l’Italia il 2012 è stato il peggiore anno di questo secolo dopo il 2007, quando erano bruciati 227.000 ettari, quasi il doppio” afferma Camia, secondo cui l’anno scorso c’e’ stato un aumento di oltre l’80% dell’area in fumo rispetto al 2011. ”Il numero di incendi registrato in realtà in Italia è inferiore alla media degli ultimi 40 anni, ma la media delle dimensioni è salita a circa 16 ettari, rispetto ai 12 precedenti” spiega l’esperto, secondo cui ”il grosso del danno si concentra in grandi incendi, circa il 10% del totale, che pero’ sono i più distruttivi, responsabili dell’80% delle aree bruciate”. L’andamento nel tempo e’ molto legato al ‘fattore meteo’ e ”a giocare sulle grandi superfici sono il vento, la siccità e il grande caldo” riferisce Camia.
L’anno scorso a vivere la stagione più drammatica sul fronte incendi è stata la Sicilia, che da sola ha contato oltre il 40% dei roghi italiani. Il 2013 si prospetta decisamente diverso, grazie anche alle abbondanti precipitazioni, distribuite in tutti i mesi invernali e primaverili fino ad arrivare a ridosso della stagione estiva.
19 agosto 2013 – fonte: ansa