Ambiente

“Le risorse naturali al centro dello sviluppo di tutti”

“Le risorse naturali al centro dello sviluppo di tutti”

Intervista a Francesca Romano della Fao che spiega i principi alla base di un accordo che ora tutti dovrebbero rispettare

Ha partecipato a un processo durato 4 anni che lo scorso marzo, a Roma, ha portato a un documento finale importante. A negoziarne il testo 96 paesi membri della Fao con la partecipazione attiva della società civile e del settore privato.
Perché, chiediamo a Francesca Romano, della Fao, sono importanti le Linee guida volontarie sulla governance dell'accesso e i diritti di proprietà delle risorse terriere, forestali e ittiche?
Quello che sarà sottoposto all'approvazione finale, l'11 maggio, da parte di tutti i membri della Fao rappresentati nel Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale, è un documento fortemente partecipato che ha visto il coinvolgimento di paesi grandi e piccoli. Le Linee guida volontarie sono il frutto del dialogo tra governi, ong, popolazioni indigene, settore privato, e sono state negoziate parola per parola a differenza della quasi totalità degli altri documenti Fao. Ciò le rende di particolare valore, pur trattandosi di linee "volontarie".
Sono cioè dei semplici principi a cui gli Stati dichiarano di aderire?
Siamo convinti, invece, che incideranno sullo sviluppo delle politiche e delle leggi e sulla governance dei paesi relativamente a temi sempre più sentiti nel mondo globalizzato quali l'accesso delle comunità locali alla propria terra, i diritti di proprietà e il diritto al cibo. 
Cosa dicono in sintesi le Linee guida?
Il concetto di fondo è che la terra e le risorse ad essa associate sono al centro dello sviluppo economico e sociale soprattutto dei paesi in via di sviluppo. È fondamentale che tale sviluppo sia sostenibile e raggiungibile per tutti, in particolare per i più vulnerabili, come coloro che non hanno un titolo formale di proprietà della terra che abitano e che coltivano. Nella maggior parte dei paesi subsahariani, ad esempio, tale accesso è regolato attraverso diritti d'uso consuetudinari, non formalmente riconosciuti, il che rende le comunità locali molto più esposte…
Al pericolo del "land grabbing", ad esempio…
Gli impatti del 'land grabbing' sulla sicurezza alimentare possono essere particolarmente negativi quando tali diritti sono fragili e insicuri. Il fenomeno è piuttosto complesso e legato a vari fattori. Anche le politiche per l'incremento della produzione di bio-carburanti giocano un ruolo importante, là dove le coltivazioni estensive di palma da olio e di jatropha sostituiscono le produzioni agricole a scopo alimentare o si verifica il fenomeno della conversione delle foreste. 
Avete posto dei tetti alle acquisizioni?
Al capitolo 12°, che tratta degli investimenti, non vengono fissati dei tetti ma si insiste molto sul ruolo dei piccoli produttori e sulla necessità di ottenere il consenso delle popolazioni locali in via preliminare alle acquisizioni: sono indubbi passi in avanti per porre un freno al dilagare del fenomeno.
Chi controllerà, ora, il rispetto di questi principi?
Bella domanda. Il monitoraggio è un aspetto fondamentale per il successo delle Linee guida, ma va adattato al contesto di ogni paese. Stiamo lavorando su meccanismi che vedano implicati tutti gli attori coinvolti, non ultima la società civile che ha avuto un ruolo fondamentale nei negoziati e che potrebbe svolgere un'opera costante di promozione e monitoraggio dei risultati. Un'opera che ci auguriamo possa produrre gli effetti sperati.



Claudio Strano

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