Separare i rifiuti urbani e conferirli nella maniera corretta è una pratica quotidiana che richiede una certa precisione per non rendere l’atto meno efficace o addirittura vanificarlo. Facciamo insieme allora un breve ripasso evidenziando gli errori più comuni. Abbiamo chiesto al gruppo Hera, leader nei servizi ambientali, di riassumerli e di dirci come bisogna comportarsi.
Quasi superfluo è ricordare che non si devono lasciare mai rifiuti a terra accanto ai cassonetti se non esplicitamente previsto, e che per gli oggetti ingombranti esiste un ritiro programmato da parte del gestore, gratuito nella maggior parte dei casi (controllate sul sito o al numero verde). Ridurre il volume degli imballaggi è un’altra regola aurea per evitare che occupino troppo spazio. Va aggiunto che ogni Comune italiano, com’è noto, è organizzato in maniera diversa a seconda degli impianti di smaltimento e di trattamento dei rifiuti di cui si avvale.
Ma cosa significa più in generale sbarazzarsi di un rifiuto senza la necessaria cura?
“In generale – risponde Hera – un rifiuto non conferito correttamente aumenta i costi di lavorazione poiché non può essere avviato ad effettivo recupero di materia ma viene smaltito come scarto negli impianti di termovalorizzazione. Questo implica un costo economico e ambientale più alto. È quindi importante limitare il grado di impurità nel materiale da riciclare, per non compromettere la qualità di tutto il materiale raccolto”.
Quali sono gli errori più comuni da evitare? Partiamo dal vetro e dalle lattine.
“Ci sono materiali che non si possono fondere e che finiscono erroneamente nella raccolta del vetro: ad esempio ceramica, porcellana, pirex e vetri ceramici, oggetti in cristallo, neon e lampadine. Bottiglie e vasetti non possono essere conferiti ancora pieni di prodotto ma devono essere svuotati. Bastano pochi rifiuti ‘sbagliati’ per rovinare il processo di recupero di grandi quantità di materiale.
Se parliamo genericamente di lattine (che a seconda dei territori vanno insieme al vetro o alla plastica), parliamo di acciaio, alluminio, stagnola, bombolette esaurite per alimenti o prodotti per l’igiene personale che riportano la sigla FE40 o ALU41 e che vanno nella raccolta delle lattine perché sono metalli e devono essere fusi per essere reimmessi in produzione.
Nel cassonetto della plastica è vero che vanno immessi solo contenitori svuotati e lavati?
Diciamo anzitutto che vanno bene tutti gli imballaggi indicati con le sigle PE, PP, PVC, PET, PS (bottiglie, flaconi, vaschette per alimenti, piatti e bicchieri monouso (svuotati), pellicole per alimenti, confezioni e sacchetti in plastica per alimenti (privi di residui di cibo).
Anche bottiglie e vasetti non possono essere conferiti ancora pieni di prodotto ma devono essere svuotati e privi di residui di cibo. Nel caso di tubetti di plastica molto sporchi (dentifricio, creme depilatorie, pomate, ecc.) questi devono essere collocati nell’indifferenziato perché non recuperabili.
Non vanno bene, e capita che finiscano in questa raccolta, le plastiche dure come posate di plastica, giocattoli, accessori auto, cancelleria, Cd/Dvd e relative custodie, borse e zaini.
L’organico da cosa viene più spesso inquinato?
Spesso viene inquinato da plastica o altro. È importante precisare che in questa raccolta devono essere inseriti solo rifiuti di origine alimentare o piccole piante.
La regola aurea nell’organico è molto semplice e si riassume in una frase: tutto ciò che è scarto alimentare va bene, purché sia senza involucro o imballaggio.
E della raccolta della carta che cosa possiamo dire?
In questa raccolta, anche se sembra tra le più semplici, possono finire erroneamente carta chimica di fax o auto copiante, copertine plastificate, carta unta o sporca di colla. Vanno bene invece giornali, riviste, libri, quaderni, carta da pacchi, cartoncini, sacchetti di carta, scatole di cartone per scarpe e alimenti, fustini dei detersivi, fotocopie e fogli vari, poliaccoppiati (tipo tetrapack). Importante è anche il come si conferisce la carta: bisogna schiacciare scatole e scatoloni per ridurne il volume, togliere eventuale nastro adesivo o graffette di metallo.
Infine i Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
Alcune difficoltà qui le riscontriamo con i materiali elettrici o i piccoli elettrodomestici (es. frullatori, cellulari, ecc.) che devono essere portati ai centri di raccolta, quando nel territorio non sono presenti i contenitori intelligenti per Raee.
febbraio 2016