I geologi in tempi non sospetti dissero che…
Quasi vent'anni fa, nel 1993, in un convegno dal titolo "Ferrara e i terremoti" organizzato dall’Associazione geologi della provincia con il patrocinio dell’ordine regionale dell'Emilia Romagna, si considerava già quest'area come sismica anche se solo dieci dopo, nel 2003, la zona dei recenti terremoti fu classificata come tale e la pericolosità, a dispetto di molteplici evidenze fornite da studi scientifici, definita medio-bassa (il che significa una bassa probabilità di forti scuotimenti in un intervallo di tempo di circa 50 anni). Rileggendo gli atti del 1993, veniva individuata la linea sismogenetica attiva nell’asse Ficarolo, Bondeno e Finale Emilia, dove più o meno il 20 maggio si è attivata la faglia, e non solo. Quel che è successo era in qualche modo anticipato. "In conclusione – diceva il geologo Enrico Farinatti, analizzando la struttura profonda del sottosuolo estense e i movimenti tellurici della sua storia recente – è facilmente spiegabile la causa dei terremoti distruttivi che hanno colpito Ferrara e provincia tra il '500 e il '600; da notare inoltre che dal punto di vista geologico il periodo di 3-400 anni che ci separa da questi eventi è nullo. La struttura della dorsale è da considerarsi attiva a tutti gli effetti. D’altra parte si è visto anche da un’analisi di tutti i dati e delle evidenze esistenti, che la possibilità che si verifichi un evento sismico di grossa portata non è del tutto remota". Proprio quello che è poi successo.