Alimentazione

Protocollo di Milano, ecco come Coop vuole migliorarlo

food_la_scienza.jpgCoop ha adottato ha il Protocollo di Milano, und ocumento che si prefigge obiettivi di primaria importanza in vista di Expo 2015, “Nutrire il pianeta energia per la vita“, l’esposizione universale in programma dal 1° maggio al 31 ottobre e alla quale Coop partecipa da protagonista del Future Food District. Tuttavia, forte della sua pluriennale esperienza Coop ha sottoposto alle altre organizzazioni, associazioni, istituzioni e personalità che stanno sostenendo il Protocollo di Milano, alcuni arricchimenti che proviamo qui a riassumere.

Al primo posto l’importanza della trasparenza e dell’accesso alle informazioni per tutti i consumatori sui beni e servizi connessi al cibo: caratteristiche, provenienze, modalità di produzione e commercializzazione. Per quanto concerne, in particolare, l’educazione alimentare, un ruolo pregnante va attribuito alla scuola.

Poi c’è il ruolo della distribuzione come soggetto attivo nell’assicurare cibo buono e sicuro per tutti, a partire dai soggetti deboli e meno abbienti. Ciò, e Coop lo testimonia, si può ottenere dalla collaborazione con i produttori e l’industria alimentare portate a convergere su linea guida dettate dalle istituzioni pubbliche, nazionali e internazionali. Inoltre con processi di collaborazione interni alla filiera agroalimentare, esperienze di natura cooperativa che possono contribuire in maniera significativa al bene comune.

Il cibo non è solo prodotto, ma anche nutrimento, salute, identità, cultura, territorio: è alla base di uno scambio che può avvenire in un mercato lontano o vicino alle esigenze delle persone. Coop è favorevole a questa seconda ipotesi e a promuovere modelli produttivi e forme d’impresa a larga partecipazione e gestione democratica.

Infine la lotta allo spreco alimentare. Coop pensa che vada favorita anche con normative appropriate, attraverso una migliore efficienza delle filiere agroalimentari, la riduzione degli sprechi delle famiglie e la donazione dell’invenduto ad enti benefici.

febbraio 2015

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