È una cifra altissima che potrebbe addirittura lievitare se, come afferma Claudio Mazzini – responsabile innovazione, sostenibilità e valori di Coop Italia – l’Europa decidesse di “aprire” alle coltivazioni biotech come richiesto da alcuni paesi. “Una decisione del genere farebbe lievitare i prezzi finali dei prodotti Coop e non gioverebbe a nessuno, né ai consumatori né ai produttori italiani che, difatti, nella stragrande maggioranza, non vogliono gli ogm”. I 10 milioni di euro del Progetto Ogm-free sono la somma dei costi aggiuntivi riconosciuti ai coltivatori e agli allevatori che evitano la soia transgenica (che costa di meno), dei costi dei controlli e per la segregazione delle filiere. Perché oggi il paradosso è proprio questo, che chi non vuole gli Ogm deve pagare la scelta degli ultimi arrivati che sposano il biotech contaminando il mercato”.
(marzo 2014)
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“Quante sono le aree coltivate a Ogm in tutto il mondo”
“La storia della patata Amflora”
Dal sito www.e-coop.it le pagine sui controlli Coop per stanare organismi ogm, adulterazioni, contaminazioni: http://www.e-coop.it/web/guest/sicuro