Batte la crisi il pesce nelle tavole degli italiani questa estate, con consumi in aumento del 15-20%, complici la stabilità dei prezzi rispetto allo scorso anno, la maggiore disponibilità quando si è in vacanza ad andare al ristorante, ma anche a passare più tempo in cucina per la preparazione.
E’ quanto emerge da un sondaggio online condotto dalla Federcoopesca-Confcooperative anticipato dall’ANSA, che stima in circa 120 mila tonnellate il consumo di prodotti ittici delle famiglie italiane da giugno ad agosto. Un menu a base di diverse specie ittiche, conferma la ricerca, dove i consumatori mettono al primo posto acciughe, naselli e triglie scelti (44%); e mentre il 30% predilige vongole e cozze, il 26% opta per piatti a base di crostacei, legandoli al caldo e alle vacanze. Per salvaguardare freschezza e portafogli vale la pena seguire la regola della stagionalità, suggerisce l’associazione.
Il pesce di stagione, infatti, garantisce freschezza e fa bene alle tasche perché consente risparmi fino al 30%; ad agosto si possono trovare dentice, nasello, sogliola, triglia, acciuga, pesce spada, sardina, sgombro, ricciola, lampuga, tonnetti e alalunghe. Quanto alla freschezza, bene farsi guidare da vista e olfatto ma è indispensabile controllare l’etichetta di provenienza nei banconi di mercati, supermercati e pescherie che, per legge devono prevedere la zona di pesca, dove zona Fao 37 significa acquistare prodotti del Mediterraneo. Per quanto riguarda i prezzi, ogni menu ha il suo e ce n’è per tutte le tasche. Se il budget non deve superare i 10 euro al chilo, la scelta premierà pesce azzurro, cozze e vongole; per il pesce bianco come i naselli, le triglie, i dentici e le sogliole, si va dai 15 ai 30 euro al chilo, mentre per le ricciole ci vogliono tra 25 e i 30 euro al chilo.
Per il cosiddetto ‘pesce povero‘ che, come afferma la Lega Pesca, salva il portafoglio, il prezzo medio è di 5 euro al chilo, accontentando i palati più raffinati. Specie entrate di diritto nei menu di diversi ristoranti e questo anche grazie ad attività di sensibilizzazione promosse delle associazioni, visto che oggi solo il 36% degli italiani li conosce e li consuma. Specie buone, di gran pregio organolettico ed economiche perché poco richieste, che possono contribuire a ridurre la pressioni sulle specie più sfruttate perché più richieste. Insomma basta un pò di curiosità per scoprire i sapori di razza stellata, muggine, murena, sugarello, potassolo, aguglia, boghe, alacce, musdele, melù o potassoli.
agosto 2014 – fonte: ansa