D’estate si può rischiare di esagerare con le fritture, specie con quelle di pesce, perché fanno subito vacanza! Tuttavia bisogna considerare che c’è una certa componente nociva in ogni alimento fritto, in funzione di una serie di fattori che sono in prevalenza legati alla qualità e al tipo di olio utilizzato nonché alla modalità di frittura impiegata. Gli oli e i grassi sono costituiti da acidi grassi con diversa struttura e in diversa percentuale e si dividono principalmente in acidi grassi saturi ed insaturi. Indipendentemente dalla loro origine, animale o vegetale, alcuni grassi saturi (ma non tutti!) sono precursori della ipercolesterolemia (l’accumulo del cosiddetto “colesterolo cattivo” o LDL) mentre i grassi insaturi sono benefici per la salute, se assunti in corrette quantità.
Scegliere l’olio adeguato – l’olio di semi di girasole tra i più indicati – e non superare mai la temperatura detta “punto di fumo” che è diverso da olio ad olio (grado di “tolleranza” al calore di ogni grasso) sono regole per fare una buona frittura. Ancora meglio se si utilizza una friggitrice elettrica. Il termostato regolabile, di cui sono forniti tali elettrodomestici, consente il controllo preciso della temperatura, che sarebbe impossibile con il fornello a gas. Inoltre le friggitrici sono progettate per non oltrepassare i 190 °C, quindi la frittura rimane al di sotto del punto di fumo della maggior parte degli oli. Occorre poi scartare l’olio quando si nota che il colore inizia ad imbrunire.